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«Il turismo in distilleria è cultura», parola di Jacopo Poli
Raccontare la grappa e promuovere la cultura italiana della distillazione. Farlo nel modo più bello e concreto dando la possibilità a curiosi, appassionati o semplici viaggiatori di entrare in distilleria e toccare con mano le realtà produttive artigianali.
Giacomo Merlotti
22/02/2021
Ne è convinto Jacopo Poli, quarta generazione della famosa Distilleria Poli di Schiavon (VI) e pioniere del turismo in distilleria. Un desiderio, quello di accogliere i visitatori, «frutto della consapevolezza che il mondo della grappa doveva in qualche misura aprire le porte, mostrare gli alambicchi e far capire che cos’è la grappa per andare oltre gli stereotipi, i luoghi comuni e le frasi fatte».
Il museo della grappa a Schiavon e a Bassano
Un desiderio che ha portato ad aprire anche il Poli Museo della Grappa. Una prima sede nel 1993 a Bassano, la “capitale” della grappa, ed una seconda nel 2011 presso la distilleria a Schiavon, che si completa con una biblioteca di oltre 1600 testi sulla distillazione.
Realtà importanti che, nate per dare la possibilità ai viaggiatori di scoprire la storia, la tradizione e la cultura del “distillato di vinaccia”, sono arrivate negli anni a generare un flusso fra i 12 e i 15 mila visitatori al mese per il museo di Bassano ed oltre 5.000 ospiti a Schiavon nel 2019. Numeri che fanno di Poli la distilleria più visitata d’Italia.
Cultura forse ancora poco nota e spesso fuorviata da pregiudizi che vedono la grappa come un prodotto aggressivo e sgraziato. «Sono convinto – dice Jacopo – che uno dei modi per veicolare un altro messaggio sia quello di far vedere di persona “che cos’è”, “come si fa” e le vere caratteristiche di questo prodotto».
La distilleria come avamposto culturale
Un’idea avvincente, pensare alla distilleria come ad un “avamposto culturale” in cui il visitatore può immergersi in un mondo fatto di alambicchi di rame e profumi per vivere un’esperienza con la quale arricchirsi. Un “viaggio nel viaggio” che si rivolge a chiunque, dall’appassionato alla ricerca del contatto con l’artigiano fino al neofita ancora inconsapevole.
“Avamposto culturale” che è anche espressione del territorio. «Per una distilleria come la nostra – dice ancora Jacopo – il legame col territorio è fondamentale tanto più che ci riferiamo a Bassano del Grappa con tutto il suo carico di valori storici legato agli avvenimenti che sono accaduti in questa terra».
«Ci troviamo in Veneto – aggiunge – la regione d’Italia che attrae più turisti. Città d’arte come Venezia o Verona, carica anche di eventi come fiere e concerti, o Vicenza che è una rara perla nascosta. Il Veneto è meraviglie architettoniche, è montagna con le dolomiti, è lago, è le terme euganee, è litorale».
Inevitabile quindi pensare al turismo in distilleria come una componente fondamentale della scoperta di un territorio. Un tassello in più nel panorama enoturistico. Scoprire un territorio attraverso le sue distillerie o scoprire una distilleria perché affascinati da un territorio.
Un nuovo modo di intendere il viaggio, come suggerito anche dalla famosa guida Lonely planet che inserito la Distilleria Poli, unica realtà italiana, tra le 10 distillerie al mondo che valga la pena di visitare.