Quattro chiacchere con Benny ed Agostino, le due anime del “New Make e whisky italiano”

Giacomo Merlotti

28/04/2021

Un Focus ben preciso: «Scoprire la strada del New Make e del whisky italiano». Parola di Benedetto “Benny” Cannatelli, anima fondatrice insieme ad Agostino Arioli di Strada Ferrata, distilleria artigianale nata appunta dalla sinergia tra Railroad Brewing e il Birrificio Italiano.

Evolvere il concetto di birrificio artigianale verso quello di distillazione artigianale, analogamente a quanto già successo negli Stati Uniti col fenomeno del Craft Distilling, avendo ben fermo in mente come un “distillato” sia figlio di un “fermentato”.

«Vogliamo pensare al liquido da distillare più che alle botti in cui verrà maturato il distillato», afferma Agostino (pioniere della birra artigianale con Birrificio Italiano) sottolineando come la grande competenza sulle fermentazioni sviluppata in decenni di esperienza da mastro birraio sarà fondamentale per creare il primo «whisky artigianale all’italiana».

«Il processo di produzione – gli fa eco Benny – è composto da diverse fasi. Storicamente le varie scuole tradizionali si sono concentrate su alcune di esse e cioè su distillazione e invecchiamento. C’è una sorta di gap per quel che riguarda l’attenzione alle variabili che portano al fermentato da distillare che viene considerato alla stregua di una “materia prima” scelta solo in base a criteri di efficienza».

«A noi – prosegue Benny – interessa mettere in primo piano le caratteristiche organolettiche a costo di perdere un po’ di resa, e queste sono anche le variabili che costituiscono il nostro background, la nostra storia. È un matrimonio perfetto fra gap di mercato e quello che noi sappiamo fare. Ci sentiamo al posto giusto nel momento giusto».

Le fasi di studio e le prime prove realizzate con un impianto pilota hanno permesso di mettere a punto una prima ricetta composta al 100% da malto Monaco e lievito Saison, “base” ottimale sulla quale iniziare a realizzare i primi spirit dal cuore italiano.

«Abbiamo la possibilità di essere i primi a scrivere le regole di una nuova tradizione», dice ancora Benny, consapevole di tracciare una strada nuova. «Siamo italiani, quindi maestri del gusto – aggiunge Agostino – e nel fare distillati ci mettiamo quello che è il nostro DNA».

«Vogliamo fare qualcosa di nuovo, di ricco e piacevole – prosegue Agostino –  però dobbiamo essere consapevoli che se ci mettiamo a fare lo “scotch whisky”, o il “cognac”, o il “rhum agricolo” commettiamo l’errore di fare qualcosa che è tipico di qualcun altro. A noi il compito di fare ricerca, sempre, per definire nuovi standard».

Per Agostino è in questa ricerca del “nuovo” e non solo del “ben fatto” che risiede la vera artigianalità, un “avanguardia creativa” forte delle tradizioni ma non soffocata da queste. «Abbiamo una grande forza ed un background invidiabile che, se non diventa una gabbia, costituisce base solida sulla quale costruire sempre qualcosa di nuovo. L’artigiano è avanguardia, è creatività ed in questo è simile all’artista».

«Per noi l’artigianalità – prosegue Benny svelando un altro aspetto del progetto “Strada Ferrata” – sta anche in una cura maniacale del processo. Dalla selezione delle materie prime, tutte rigorosamente da filiera italiana, fino al controllo di ogni fase di produzione. Non lasciamo neanche un minuto fuori controllo sicuri che questo si rifletta sull’equilibrio finale del prodotto».

Le prime botti sigillate nel magazzino di invecchiamento

Un processo però semi-sconosciuto, tanto nel modello di business quanto nella “pratica” di distillazione, che ha spinto Benny a trascorrere oltre un mese e mezzo “in formazione” presso Whistling Andy, distilleria artigianale di Bigfork in Montana.

«Gli amici di Whistling Andy ci hanno dato l’opportunità di farci un’esperienza sia in termini di business plan sia in termini pratici, imparando il taglio di teste e code. In Italia non c’è una letteratura da cui attingere in questo senso», racconta Benedetto.

«C’è ancora un buon rapporto coi ragazzi di Whistling Andy – aggiunge Benny – tant’è che abbiamo chiesto di poter invecchiare una parte del nostro spirito in botti ex-american whisky loro, anche se in termini di prodotto ci stacchiamo dagli amici americani, avendo intrapreso la “nostra strada”».

L’entusiasmo è palpabile a Strada Ferrata, si respira letteralmente la passione del “costruire” e del “fare”, «Godo da matti della sfida tecnologica – dice entusiasta Agostino – del far qualcosa di buono, qualcosa che fa capo alla enorme, ineguagliabile, cultura enogastronomica italiana», «Ci immaginiamo ed auguriamo – aggiunge Benny – che questo parta un movimento, ma soprattutto vogliamo fare bene il nostro».

Con il nulla osta ufficiale dell’Agenzia delle Dogane rilasciato lo scorso 11 febbraio è ufficialmente iniziata l’avventura di Strada Ferrata e sono partite le prime distillazioni “vere” che daranno vita ai prodotti finiti. Prodotti “coraggiosi”, come li definisce Agostino, pensati sia per il consumo liscio o miscelato, sia per l’abbinamento gastronomico.

«Ci piacerebbe – conclude – poter presentare i nostri New Make qui nella nostra tap room. Sarebbe molto figo se potessimo fare cocktail coi nostri distillati piuttosto che servirli lisci. Per noi sarebbe non solo un aiuto economico ma soprattutto un modo per raccontare la nostra idea e coinvolgere il consumatore in questo nostro affascinante viaggio».

Benedetto Cannatelli e Agostino Arioli

Giacomo Merlotti