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Il sistema Tullio Zadra, alle origini del modo di fare la grappa
Il metodo tradizionale del bagnomaria per la distillazione della grappa ha origini trentine.
Alessandro Maurilli
20/05/2021
Non poteva che essere trentino l’inventore del metodo per eccellenza del bagnomaria, sistema oggi utilizzato dalla quasi totalità delle distillerie italiane che producono grappa. In Trentino infatti i produttori della celebre grappa lo chiamano “metodo Zadra”, dal nome del suo inventore per l’appunto. Tullio, giovanissimo appassionato di meccanica, dalle parti della Valle dei Laghi, dopo aver esercitato per diverso tempo come garzone all’interno della bottega di un importante ramiere di Calliano, decise di mettersi per conto proprio. Iniziò la sua nuova avventura costruendo degli alambicchi speciali che portarono ad una vera e propria rivoluzione all’interno del settore della distillazione delle bucce d’uva. Un’innovazione, frutto del duro ed appassionato lavoro, che ha cambiato per sempre il mondo della grappa.
Il metodo tradizionale del bagnomaria. Gli alambicchi Tullio Zadra accolgono la vinaccia che viene introdotta nella caldaia, in quantità limitata, per garantire una miglior estrazione degli aromi ed un risultato eccellente. I principi di tale tecnica seguono le vecchie regole della fonte di calore indiretto, della lavorazione lenta e del costante controllo dell’uomo. Un metodo ed una lavorazione cosiddetta “discontinua” che richiede un’estrema perizia e pazienza da parte del produttore, il quale può regolare al meglio le temperature per ottenere il risultato di un prodotto molto fine.
“Lambicar”, distillare in dialetto trentino, significa portare avanti i valori della tradizione, della cultura e dell’arte in un territorio ricco di sfaccettature, con il fine di creare veri e propri capolavori capaci di affascinare e sedurre i consumatori attenti all’unicità. Un metodo di lavorazione lento e di qualità, attraverso il quale i mastri distillatori arrivano a separare sapientemente la preziosa essenza del prodotto, il “cuore”, dalle “teste” e dalle “code”.