Il grande classico della liquoristica di montagna, a base di artemisia, è sostenuto oggi da tre IG – Identificazione Geografiche italiane.

Redazione

07/05/2021

In rifugio dopo una lunga camminata ed un altrettanto impegnativo pasto a base di polenta, un bicchiere di genepy è sempre il migliore ristoro. Un infuso alcolico di colore verdognolo, erbaceo con la giusta punta di amaro, il tipico prodotto casalingo di montagna con proprietà digestive.

Il liquore genepy (o genepì) si produce sulle Alpi occidentali, per quanto riguarda il territorio italiano in Piemonte e nella Valle d’Aosta. Si ottiene dai fiori della pianta artemisia genipi che cresce in modo spontaneo nelle fessure delle rocce, nei pascoli sassosi e soleggiati, in alta montagna, sopra i 2000 metri s.l.m. sino a sfiorare i 3000 metri. Ad inizio 1900, a causa della domanda crescente del liquore e della disponibilità sempre più limitata della pianta spontanea, si è iniziato ad impedirne o a limitarne la raccolta. Negli anni ’60 sono così nate le prime impegnative coltivazioni che hanno registrato il successo della varietà Artemisia Mutellina. Il liquore si è trasformato da prodotto casalingo a prodotto artigianale, con la parte dolce sempre meno marcata allo scopo di valorizzare il vero gusto della pianta.

La quota ottimale di coltivazione è stata individuata tra i 1500 e i 2000 metri s.l.m., su terreni ben soleggiati. Le piantine fiorite vengono raccolte durante l’estate e fatte essiccare in modo naturale o con l’utilizzo di essiccatoi sino ad una riduzione del peso del 70%. Vengono poi messe in infusione in alcol per circa 30-40 giorni (genepy verde) oppure appese in sospensione in un recipiente chiuso nella parte superiore satura di vapori alcolici per ottenere il più delicato genepy bianco.

Artemisia vallesiaca

Nel 2002 sono nate le prime associazioni per la tutela della produzione del genepy, che hanno attivato l’iter per la IG, Identificazione Geografica, riconoscimento ottenuto nel 2008 con l’inserimento del Regolamento CE n. 110/2008 di ben tre varietà: il genepy delle Alpi, il genepy del Piemonte e il genepy della Valle d’Aosta. Con la definizione dei piani di controllo nel 2018 si è potuto procedere alle prime produzioni certificate.

Il Genepy del Piemonte IG deve avere un grado alcolico minimo del 30% vol, una quantità minima di zucchero di 100 grammi litro e assenza di coloranti. Il liquore si presenta con un colore che può variare dal verdolino al giallo ambrato. A livello olfattivo è intenso e persistente. Può presentare delle note floreali che ricordano la camomilla, la ginestra, l’achillea. I sentori fruttati maggiormente riscontrati sono gli agrumi e la frutta secca. Si possono riscontrare note erbacee, speziate e tostate. Al gusto risulta caldo, morbido e può essere amabile o più secco. Nel caso del liquore prodotto per sospensione il colore risulta assente, generalmente emergono note floreali tipiche del geranio, con componenti speziate di anice. La quota ottimale di coltivazione è stata individuata al di sopra dei 1500 metri s.l.m., su terreni esposti a sud, considerato che le piante difficilmente si adattano alle temperature elevate di quote più basse. Possono essere ammesse altitudini inferiori, comunque mai al disotto dei 1400 metri s.l.m., solo in presenza di favorevoli esposizioni e di risultati qualitativi dimostrabili. Conseguentemente la raccolta può avvenire in tutte le province del Piemonte esclusa quella pianeggiante di Asti e la produzione in tutta la regione.

L’infusione può avvenire solo in alcol etilico di origine agricola con un grado alcolico tra i 70 e il 90% vol e deve avere una durata tra i 30 e i 60 giorni, con una quantità minima di pianta essiccata di 7 grammi per litro di liquore finito. Dopo il ciclo estrattivo l’infuso viene torchiato e, dopo un periodo di riposo utile per far sedimentare le parti solide, la preparazione del liquore viene completata con l’aggiunta di una miscela di acqua e zucchero. Deve stare in bottiglia per almeno due mesi prima di essere messo in vendita.

Simile il disciplinare del Genepy della Valle D’Aosta IG, che prevede come zona di produzione l’intera regione ad una quota di almeno 1400 metri s.l.m. su versanti soleggiati (o 1350 metri s.l.m. per versanti ombreggiati), macerazione in soluzione idroalcolica con gradazione di almeno 55% vol e per almeno 8 giorni, una quantità minima di pianta di 4 grammi per litro di liquore finito. Deve essere imbottigliato ad una gradazione alcolica minima del 25% vol con una quantità minima di zucchero di 80 grammi / litro. Può essere affinato in legno.

Infine il Genepy delle Alpi IG può essere prodotto sul territorio del Piemonte e della Valle d’Aosta, raccolto alla quota minima di 1500 metri s.l.m., macerazione minima di 20 giorni per le piante secche, con minimo 2 grammi di steli fiori secchi per litro di liquore finito, imbottigliato almeno al 30% vol.