
Viaggi
Grappa Poli, distillato di passato, presente e futuro
Visitare Poli a Schiavon non è solo visitare una distilleria, perché ci trovate molto di più.
Il complesso che ci si trova davanti arrivando a Schiavon è un piccolo gioiello che conserva ancora parte dell’edificio originale, da dove dal 1898 l’azienda si è sviluppata, e si è via via ampliato ed è diventato una vera attrazione turistica, con un museo (con una parte anche distaccata nel centro di Bassano), una biblioteca con decine di libri anche antichi sulla grappa, un visitor center e un percorso che ripercorre la storia della famiglia e dell’azienda in modo semplice e suggestivo. Si vedono certamente dei grandi investimenti che tracciano un percorso e una parabola ben precisa.
Davide Terziotti
20/11/2019
Non smentendo la sua funzione di “concentrare e purificare” questa unione di storia e modernità è sintetizzata benissimo nella “still room” dove si trovano quattro diversi impianti di distillazione, di periodi diversi, che utilizzano tre sistemi differenti:
- Il Grande Alambicco: impianto a vapore fluente composto di otto caldaiette in rame collegate in coppia a due piccole colonne di distillazione. Le prime caldaiette risalgono agli anni ’20 e via via sono state aggiunte fino all’attuale configurazione.
- Il Piccolo Alambicco: impianto a vapore fluente composto di quattro caldaiette in rame collegate in coppia ad una piccola colonna di distillazione, installata nel 1983.
- Athanor: impianto a Bagnomaria composto di due caldaie ognuna collegata ad una colonna di distillazione a piatti regolabili, installato nel 2001.
- Crysopea: impianto a Bagnomaria sotto vuoto composto di due caldaie con colonna di distillazione senza piatti a riflusso regolabile, installato nel 2008, rappresenta uno dei sistemi di distillazione più innovativi sul mercato. Viene utilizzato anche per la produzione del Gin Marconi.
Gli assaggi direttamente dalle botti sono sempre emozionanti, per quanto personalmente preferisca “le bianche”, alcune che avevano passato oltre cinque anni in legno conservavano la freschezza delle vinacce. Interessante l’esercizio di blending che ho potuto fare, soprattutto per notare come lo stesso tipo di vinaccia, un moscato, distillato a vapore, bagnomaria e sottovuoto avesse profili molto differenti.