Secondo i dati dell’Osservatorio di Assodistil sull’industria dei distillati, nonostante la pandemia il 58% delle imprese chiude il primo trimestre 2021 col segno positivo. Boom della digitalizzazione (+129%) e dello smart working, un’azienda su 4 si è convertita alla produzione di alcol puro per igienizzanti. Il dramma dello stop alle fiere (ma a febbraio 2022 arriva DISTILLO) .

Marco Gemelli

10/06/2021

Un settore che ha sofferto, ma decisamente meno di altri. Un comparto che ha colto l’occasione della pandemia per puntare su digitalizzazione e smart working, e che dopo lo stop alle fiere guarda con grande speranza all’appuntamento di DISTILLO (febbraio 2022). Secondo Assodistil, il Covid-19 non ferma il mercato dei distillati che, nonostante la pandemia, registra una crescita lieve, ma costante: i dati forniti dall’istituto di ricerca Format Research e presentati nel corso dell’ultima assemblea dei soci che si è svolta nei giorni scorsi, il mondo degli alambicchi non si è mai fermato, continuando a crescere, se pur con incrementi minori rispetto agli anni precedenti. I ricavi, secondo il 58% delle aziende, hanno registrato un incremento nel primo trimestre di questo anno, ben sopra le performance medie di altri settori economici.

Se la pandemia ha danneggiato fortemente l’economia globale, ha però velocizzato i processi di digitalizzazione: pensiamo all’e-commerce (+129%) o al marketplace (+139%), trend che dovrebbero consolidarsi, considerato che 2 aziende su 3 continueranno a mantenere attive le piattaforme anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria. Eppure i danni economici ci sono stati, eccome, a partire dalla chiusura delle fiere che ha impattato negativamente sul 44% delle imprese dei distillati. Ecco perché molti guardano con grande ottimismo a DISTILLO, l’appuntamento in scena l’1-2 febbraio a Milano, la prima fiera dedicata al mondo della micro-distillazione. Il numero di interazioni con i clienti, la rarefazione dei rapporti e un calo sistematico degli ordini e delle vendite, sono state le attività più colpite. Nonostante tutto, solo il 40% delle distillerie ha usufruito della CIG, il 52% ha optato per l’anticipazione di ferie e permessi e il 22% ha ridotto o ridurrà il personale nei prossimi mesi.

L’indagine Assodistil mostra anche un buon successo dello smart working, cui ha fatto ricorso più della metà delle aziende, e il 67% (più 15 punti percentuali rispetto a ottobre) ha espresso soddisfazione relativamente a questa modalità di lavoro da casa. La pandemia ha visto cambiare anche il canale delle vendite, col 77% delle distillerie che ha continuato a produrre alcol destinato al consumo tradizionale e il restante 23% (una quota elevatissima legata alla notevole richiesta di prodotti igienizzanti e disinfettanti) ha riconvertito parte della produzione in alcol puro indispensabile presidio nella lotta al Covid.

Marco Gemelli