Brandy
Il brandy è una acquavite ottenuta dalla distillazione del vino. Secondo la legislazione europea per raggiungere la denominazione di brandy deve maturare in contenitori di legno per un periodo minimo. Si trovano sul mercato acqueviti di vino che non hanno i requisiti per essere Brandy, un esempio è il Pisco.
Per i Brandy la maturazione minima è di almeno un anno in recipienti di quercia con una capacità pari ad almeno a 1.000 litri oppure a sei mesi in recipienti di quercia con una capacità inferiore a 1.000 litri.
L’indicazione geografica (GI) Brandy Italiano, ottenuta nel 1989, indica un brandy prodotto in Italia da vini italiani. Tuttavia molto dei brandy prodotti in Italia non utilizzano tale denominazione.
Si possono distillare Brandy utilizzando qualsiasi tipo di alambicco.
Il brandy italiano ha origini nobili e ha legami piuttosto stretti con il cognac. La Francia, colpita duramente a fine 800 dalla fillossera che ne devastò i vigneti, vennero a cercare in Italia e in particolare nell’appennino tosco-emiliano uve imparentate con le loro Folle Blanche e Colombard. La fillossera non attecchiva in quota per cui i vigneti appenninici furono in buona parte risparmiati e il Trebbiano, che in Francia fu rinominata Ugni Blanc, è tuttora l’uva più presente nel distillato della Charente. Visto il successo dei francesi, anche alcuni imprenditori italiani iniziarono a rubarne i segreti e a produrre i primi “cognac” italiani. La parola Cognac si ritrova ancora su vecchie bottiglie di brandy italiano, prima che l’indicazione geografica protetta fosse introdotta per il distillato francese.